L'accorata testimonianza di un massacro troppo a lungo
ignorato
Affinché non si dimentichi, un uomo consegna al nipote, storico e
giornalista, il diario dell¿eccidio che sconvolse un piccolo comune
toscano.
Ci sono luoghi ¿ Marzabotto, Sant¿Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine
¿ che tutti conoscono per essere stati teatro di massacri durante la
Seconda guerra mondiale, e altri, come Cavriglia, di cui nessuno ha
memoria. Giuseppe Boni viveva lì e nel 1996, minato da una malattia
che non gli lasciava scampo, ha sentito l¿urgenza di rievocare quel
luglio del 1944, quando 192 compaesani vennero prelevati dalle
proprie case e uccisi dai tedeschi. Giuseppe, che allora era un
ragazzino, si salvò fuggendo nei boschi, mentre suo padre fu ritrovato
morto, in tasca la catena di un orologio a cipolla. Un orologio che
Giuseppe ha conservato tutta la vita e che, insieme ai suoi ricordi, ha
affidato al nipote, il giornalista e storico Filippo Boni, autore di questo
libro, affinché ne facesse una testimonianza per non dimenticare.
Filippo Boni (1980) si è laureato in Scienze Politiche all¿Università di
Firenze con una tesi sui massacri nazisti in Toscana. Studioso del
Novecento e degli anni di piombo, giornalista, ha pubblicato svariati
saggi sulla Resistenza e sull¿età contemporanea. Ha pubblicato Gli
eroi di via Fani (2018), L¿ultimo sopravvissuto di Cefalonia (2019) e
Muoio per te (2021).
¿Prima che sia troppo tardi, consegna questi pochi fogli ai tuoi figli un
giorno e non dimenticare la catena dell¿orologio che per una vita ho
portato con me. Non è una catena che ci ha imprigionato, ma una
catena che ci ha reso liberi di amarci così pienamente fino all¿ultimo¿.